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Una movimentata Storia​​

La storia dell’Isola del Giglio

origini, incursioni Pirateschi, Miniere Fino alla nascita del turismo

Le origini del Giglio

La storia dell’Isola del Giglio nasce tra 4,5 e 5 milioni di anni fa. Per via della sua posizione geografica “strategica” il suo passato fu avventuroso e conteso tra molte dominazioni. Fu abitata in epoche remote, tra cui l’età della Pietra, come dimostrano alcune punte di frecce trovate nell’Isola e risalenti al periodo eneolitico.

Dopo l’insediamento degli etruschi, l’Isola del Giglio visse uno dei momenti di maggior splendore sotto il dominio Romano della Famiglia dei Domizi Enobardi, proprietari della monumentale Villa patrizia sita in località Castellari. In quel periodo l’Isola divenne un nodo marittimo fondamentale negli scambi fra le Province, come dimostrano i numerosi relitti nelle acque antistanti.

Curiosità: il nome Giglio non deriva dal fiore né dalla dominazione Fiorentina, ma deriva dalla latinizzazione del vocabolo greco capra ovvero Aegilium: Isola delle Capre

Il Naufragio
della
Costa Concordia

Nel gennaio del 2012 l’Isola del Giglio divenne tristemente famosa in tutto il mondo dal disastro della Costa Concordia. Il 13 gennaio la nave da crociere urtò delle rocce vicino a Giglio Porto e affondò davanti al porto. Il recupero del relitto iniziava subito e il 23 luglio 2014 è stato finalmente rimorchiato a Genova per la demolizione. Tuttavia, nel 2017, il lavoro di pulizia dei fondali marini continuò…

Le dominazioni si susseguono

Nell’805 il Giglio fu donato da Carlo Magno all’Abbazia delle Tre Fontane. Va ricordata la battaglia che avvenne nelle acque gigliesi in cui, il 3 maggio del 1241, la flotta del re Enzo (figlio Federico II) distrusse quella genovese che portava a Roma i Prelati per il Concilio convocato da Gregorio IX contro lo stesso imperatore.

Dal 1264 l’Isola del Giglio fu tenuta dai Pisani, ai quali si deve la struttura urbanistica di Giglio Castello (La Rocca), ed in seguito al matrimonio di Margherita con Nello Pannocchieschi passò a quest’ultimo. Con le seconde nozze di Margherita degli Aldobrandeschi con un suo consanguineo, il Papa Bonifacio VIII nel 1303 tolse il feudo a Margherita per assegnarlo a Goffredo Caetani.

Mappa Politica della Maremma - Repubblica di Siena tra XV e XVI Secolo
Mappa della Repubblica di Siena tra il XV e XVI secolo

Successivamente a causa del matrimonio di una Caetani con un Orsini, il Giglio divenne proprietà della famiglia Orsini. Poi l’Isola passò di nuova mano nel 1460 quando divenne proprietà della famiglia Piccolomini di Siena.  1559 fu acquistata dalla moglie di Cosimo I Medici Eleonora di Toledo, alla morte della quale venne inclusa nel Granducato di Toscana.
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Corsari Barbareschi

Nel XVI secolo, con l’espansione dell’impero Turco, il Giglio conobbe il suo periodo più buio. Fu oggetto infatti di continue incursioni e scorribande da parte dei pirati barbareschi arabi e nord-africani. Rimasta impressa nella memoria fu quella condotta da Pirata Khair ad-Din detto il Barbarossa che nel 1544 rase al suolo il paese e deportò come schiavi ben 700 gigliesi. A difesa dell’Isola furono costruite alcune torri, rafforzate le mura ed istituita una milizia civile che venne sciolta solo nel 1860 con l’annessione del giglio al Regno d’Italia.

A Giglio Campese si può ammirare la Torre Medicea del XIII secolo, nucleo centrale della resistenza dell’Isola all’assalto tunisino del 18 novembre 1799. Questo segnò la fine delle incursioni barbaresche nonché l’eroica vittoria dei Gigliesi contro i “Tunesini”.

Torri Costieri

All’isola del Giglio è possibile vedere ancora oggi 3 torri: sulla costa orientale a Giglio Porto la Torre del Saraceno e poco più a nord del porto la Torre del Lazzaretto; sulla costa occidentale nella baia del Campese la omonima Torre del Campese. Furono costruite per volere di Cosimo I e dopo di Ferdinando I de’ Medici nella seconda metà del Cinquecento per proteggere la popolazione dalle frequenti scorribande piratesche, spesso dei saraceni, che rasero al suolo i paesi e deportarono gli abitanti…

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Veduta Spiaggia del Campese con Torre dal Drone, Isola del Giglio

Il Giglio oggi: votato al turismo e l'agricultura

Da questo momento iniziò un periodo più tranquillo che favorì una ripresa economica e demografica, con la ripresa dell’agricoltura, della viticoltura e con l’inizio dello sfruttamento minerario (limonite, manganese, pirite) e l’apertura delle cave di granito. Nomi entrambi già in auge ai tempi dei Romani (molte colonne dell’antica Roma e di alcune Basiliche italiane sono infatti in granito del Giglio).

In seguito alla chiusura della miniera del franco del 1962 ebbe inizio l’attuale realtà che caratterizza la storia dell’Isola del Giglio: il TURISMO.

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