Il libro rientra nella categoria dei romanzi storici. Il romanzo è ambientato all’Isola del Giglio e la narrazione è contestualizzata nella seconda metà del XVI secolo. Le vicende sono quelle di una comunità isolana che deve ricostituirsi dopo la drammatica incursione del corsaro turco Ariadeno Barbarossa del giugno 1544, allorché questi assaltò e distrusse il Castello e ne catturò praticamente l’intera popolazione, per poi venderla al mercato degli schiavi di Costantinopoli.
Una delle varie caratteristiche di questa opera è che fa parte di una tetralogia, ovvero la storia inizia con “La pescatora e il mangiapane” e continuerà in altri tre successivi libri dai titoli, rispettivamente, “Il turco e suo figlio“, “Il religioso e la compagna” e “Il gigliese“.
Nella prefazione del primo libro Armando Schiaffino, Presidente del Circolo Culturale Gigliese, scrive “…confermando l’affermazione del grande Ken Follett, che sosteneva che “nello scarto fra il verosimile e il non impossibile esiste uno spazio in cui un romanziere si può prendere la libertà di costruire le sue trame” : in queste parole si può quindi riassumere una plausibile definizione del presente libro, che rappresenta solo la prima delle quattro parti in cui Mecuccio continuerà la sua affabulante ma verosimile e avvincente narrazione.”
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Il primo libro di una tetralogia “Il cielo è rotondo – La pescatora e il mangiapane”narra le vicende di una comunità isolana che deve ricostituirsi dopo la drammatica incursione del corsaro turco Ariadeno Barbarossa del giugno 1544, allorché questi assaltò e distrusse il Castello e ne catturò praticamente l’intera popolazione, per poi venderla al mercato degli schiavi di Costantinopoli.
13 marzo, è una magnifica mattina di inizio primavera. Vento da Maestrale. L’aria è pulita. All’orizzonte, da dietro Montecristri, spuntano improvvisamente le vele di tre fuste. Pirati
Rapidi bordi portano ben presto la squadriglia sotto il Giglio, in direzione del Porto.
Passano la punta delle Scole e fuori la cala del Bonsere danno fondo. Tutti sono allertati, pronti alla difesa. Dalla Torre del Porto son già partiti i segnali, Talamone ha risposto; tra qualche ora la notizia giungerà fino a Siena.
Ma… nulla accade. Forse hanno qualche bisogno, magari acqua. Appena il sole è tramontato dietro il poggio della Chiusa, due lance sono calate in mare. A bordo hanno preso posto quattro elementi per imbarcazione: uno al timone, due ai remi, uno ritto a prua. Vengono verso il Porto! Incuranti delle grida degli isolani vogano e navigano fino alla Cala del Bagno del Saraceno, dove prendono terra.
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Il libro descrive il secondo episodio di una tetralogia, in un contesto di luoghi, situazioni e personaggi narrati con un’abilità e una tale precisione storica da sembrare assolutamente reali e perfettamente incastonati nell’ambiente e nelle vicende dell’Isola del Giglio e della costa toscana del XVI secolo.
Gigliesi, tutto sommato un pugno di uomini, uomini coraggiosi, motivati a stare sull’isola, motivati a essere gente di frontiera. Lui li aveva visti cantare e ballare fra loro; li aveva visti contrattare ed intrattenere commerci con altri uomini di altre nazioni, anche nemiche del loro padrone, ma in definitiva non nemiche di ciascuno di loro. Uomini di mare che sapevano rapportarsi con tutti gli altri uomini di mare, indipendentemente dalla religione o dal colore della pelle. Semplicemente perché i concetti nei loro dialoghi, come nei loro pensieri erano incentrati sui bisogni primari della esistenza umana e sui buoni rapporti fra le genti.
Santi, il protagonista principale, continua il mestiere del pescatore, proprio della sua famiglia, al quale è stato avviato, ancora bambino, dalla stessa sua madre Doria e che pratica, con buon risultato, insieme a suo zio Nanni. Tuttavia, la vita non manca di riservare sorprese capaci di cambiare completamente l’esistenza del giovane protagonista. Nella realtà di ognuno non è infrequente trovarsi di fronte ad un bivio, dover scegliere la via da percorrere coscienti che l’alternativa ritenuta più adatta sarà determinante per l’esistenza futura.
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Mecuccio-Rum Solari è lo pseudonimo di Domenico Solari, ingegnere chimico esplosivista. Professore a contratto presso l’Università di Siena, ha lavorato per importanti gruppi industriali italiani, poi per la Sanità della Regione Toscana fino a quando si è potuto ritirare a vivere, con la compagna della vita, all’Isola del Giglio.
Da sempre appassionato amante della storia e delle tradizioni del paese di origine della sua famiglia di Antichi Gigliesi è coautore della ormai introvabile monografia Giglio Beato Scoglio. Inoltre è presidente del Circolo Culturale Gigliese che organizza le seratte estive di letteratura.
Al Giglio il nome Domenico per tutti è Meco; solo lui è chiamato Mecuccio, come suo nonno materno. Rum è un cognome tipico gigliese, qui coniato forse deformando un cognome simile di un pescatore ischitano del XVII secolo che decise di stabilirsi sull’isola con la sua famiglia. L’autore lo usa come desinenza fissa del nomignolo per significare “proprio dell’Isola del Giglio“.
I libri sono disponibili presso la sede del Circolo Culturale Gigliese. La preghiamo di contattarci tramite e-mail:
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Dal 30 Gennaio 2024 partirà il servizio delivery di letture
Il giorno 12 settembre alle ore 21,30 nella chiesa parrocchiale
Lunedì 21 agosto ale ore 21.30 nella piazzetta dei Lombi
Lunedì 24 luglio prossimo alle ore 21.30 sotto la torre
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