Il simbolo della Spiaggia del Campese è la suggestiva seicentesca Torre del Campese, una delle più belle torri costiere del litorale toscano. Svolgeva in passato un importante ruolo nel sistema difensiva delle coste del Granducato della Toscana come torre di avvistamento e difesa dalle incursioni via mare.
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Secondo alcuni fonti, la costruzione della Torre del Campese ebbe inizio a meta del Cinquecento da Cosimo I de’ Medici a scopo di difesa delle coste occidentale dell’Isola del Giglio dalle incursioni dei pirati arabi. Certo è, che nel 1699 venne scoperta una secca corallina al largo della baia del Campese che fu sfruttata senza licenza dai pescatori napoletani. L’abuso provocò le rimostranze diplomatiche del Granduca di Toscana Cosimo III presso la corte di Napoli e fu deciso in seguito di costruire una torre (o di ristrutturare completamente e potenziare la già esistente struttura) che permettesse di controllare lo sfruttamento della secca.
L’utilizzo della torre per la difesa della pesca del corallo fu comunque di breve durata visto che nel 1728 venne concesso ufficialmente ai napoletani il permesso per quella pesca.
La torre fu realizzata su un grosso scoglio alla punta nord della spiaggia in soli 7 mesi nel 1700. E’ una struttura circolare su tre livelli con alcuni annessi che davano alloggio alle sentinelle. Nella parte interna del basamento si trovava un’ampia cisterna per la raccolta dell’acqua. Lungo le pareti esterne si aprono numerose feritoie dove in passato si trovavano le cannoniere di difesa. Le strutture murarie si caratterizzano per uno spessore di pietra che in alcuni punti supera i due metri e mezzo. Originariamente la torre era isolata sugli scogli, poi collegata da un ponte di legno, mentre attualmente è collegata alla terraferma da un piccolo ponte di pietra.
Dall’Unità d’Italia, la torre è stata adibita residenza e oggi la torre è di proprietà privata di una famiglia milanese. Non è accessibile al pubblico e viene proposta come residenza estiva affittabile per le vacanze.
L’iscrizione affissa alle mura, accanto al cancello d’ingresso, è invece una celebre frase dalle Epistole di Orazio “Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt“, ovvero “non mutano il loro animo, ma solo il cielo (sopra la loro testa) coloro che attraversano il mare“.
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